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Medìceo Laurenziana, Biblioteca.

Biblioteca statale fiorentina sorta intorno ad un nucleo originario costituito dalla biblioteca personale, aperta al pubblico nel 1434, di Cosimo il Vecchio. Ampliata da Piero e Giovanni de' Medici, figli di Cosimo, la raccolta passò quindi in mano a Lorenzo il Magnifico, al quale si deve l'ulteriore e determinante arricchimento con scritti acquisiti o copiati appositamente in tutta Europa. Dopo alterne vicende, la biblioteca tornò in possesso dei Medici nella persona del cardinale Giovanni de' Medici, più tardi papa Leone X, il quale la trasferì a Roma. Leone X curò personalmente l'arricchimento della biblioteca e dispose che alla sua morte essa venisse restituita alla città di Firenze; a tale scopo diede incarico a Michelangelo di costruire nel chiostro di San Lorenzo un edificio atto ad ospitarla. Qui la biblioteca venne aperta al pubblico nel 1571. Attualmente essa conserva, oltre a volumi e opuscoli, numerosi manoscritti (più di 10.000), incunaboli, cinquecentine, lettere e documenti sciolti. Fra i testi di maggior rilievo ricordiamo i papiri giuridici e letterari, greci e latini, fra i quali è conservato il frammento dei primi versi della Chioma di Berenice di Callimaco, il Virgilio Mediceo (IV-V sec.), la Bibbia amiatina (VII-VIII sec.), codici miniati del VI sec. e la cosiddetta Raccolta Delciana, che comprende 151 editiones principes del XV sec. Ricordiamo infine che la biblioteca possiede numerosi autografi, fra i quali quelli di Boccaccio, Petrarca, Leonardo da Vinci, Savonarola, Rousseau, Alfieri, Napoleone.